lunedì 20 febbraio 2012

L'importanza degli animali per anziani e bambini...

Autorevoli ricerche condotte da psicologi, pedagogisti ed etologi, hanno rilevato l’elevata importanza del rapporto bambino/animale e anziano/animale, individuando tutte le implicazioni assolutamente positive sviluppate da questo genere di legame.
Si è visto inoltre che la valenza di tale relazione, se è già molto importante per bambini che non presentano particolari patologie, può diventare un aiuto davvero sorprendente per bimbi che presentino problematiche di tipo fisico o psichico, nonché per le persone anziane.
 L’aspetto centrale del beneficio, infatti, proviene dalla carica emotiva che scaturisce dal legame stesso: avere accanto un micino, un cane o qualunque tipo di animale in grado di comunicare un ritorno affettivo consente al bambino, innanzitutto, di prendere coscienza di se stesso in qualità di “essere vivente”.
Le persone anziane e sole, un animale “familiare” diventerà quindi un punto fermo nella sfera della propria affettività, simbolo di sicurezza, di utilità (il cucciolo, infatti, “dipende” dalle cure del suo padrone), portando stabilità, gratificazione e soddisfazione negli stati d’animo più profondi. Gli animali ripagano anziani e bambini con amore eterno e fedeltà incrollabile, giocando con i nostri bambini, facendo le fusa, coprendoli di feste e portando una grandissima felicità.

giovedì 2 febbraio 2012

Filastrocca pasquale in dialetto veneto della cara nonna

Ze Pasqua, ze pasqua, che caro ca go,
se usa magnare fugasa e cocò,
in cusina che iera l'agneo,
se vede se usa magnare anche queo,
e tutti  putei ga dito cussi,
magari che Pasqua vignesse ogni di

La musicoterapia umanistica

La musicoterapia è una "terapia" che ha un forte effetto sugli anziani effetti da demenza perchè dà un benessere fisico e mentale.

Il modello di Musicoterapia Umanistica si basa sulla  RELAZIONE, sull’ascolto empatico, sull’accettazione incondizionatadell’altro per come è nel momento presente e sull’utilizzo del suono e della musica come mezzo per scoprire e sviluppare i potenziali e le risorse della persona.
Si parte dal presupposto che ogni persona abbia in sé tutte le risorse necessarie per adattarsi all’ambiente. C’è una sostanziale fiducia nella persona che ha dentro di sé le potenzialità per superare le difficoltà nelle quali si trova e di venirne fuori.
Ciò è possibile quando "l’agire del musicoterapeuta attua l’ascolto empatico": il musicoterapeuta si pone all’ascolto dell’altro per cercare di scoprire come l’altro viva la realtà, cercando il senso del suo modo di essere e di comportarsi, andando a ricercare non ciò che manca, ma quello che c’è. Suo compito è di suonare "dialogando" con le persone di cui si prende cura.

Dieta ipocalorica... essenziale per corpo e mente a qualsiasi età!

Siamo quello che mangiamo, diceva il grande filosofo tedesco Ludwig Feuerbach a metà dell’Ottocento. A confermarlo oggi è anche uno studio condotto da alcuni ricercatori del Linus Pauling Institute della Oregon State University che, in collaborazione con gli scienziati della Oregon Health and Science University di Portland, hanno analizzato un campione di 104 persone con un’età media di 87 anni.
Il campione analizzato ha dimostrato che le persone anziane che si nutrivano in modo sano, consumando cibi con elevati livelli di alcune vitamine e di alcuni acidi grassi - come gli omega 3 -, avevano un punteggio migliore nelle prove di acutezza mentale rispetto a chi prediligeva cibi cosiddetti “spazzatura” (snack, merendine, patatine, bibite gassate e zuccherate, cibi da fast food).
Le scoperte dell’équipe sembrano non terminare qui: mangiare meglio, infatti, potrebbe contribuire non poco a ridurre il restringimento del cervello, fenomeno in genere associato al morbo di Alzheimer, e se le prossime ricerche confermeranno quanto sin qui raggiunto, in futuro l’alimentazione potrebbe acquisire un posto di rilievo nella prevenzione delle malattie degenerative del sistema nervoso.
Invece di utilizzare solo i questionari alimentari, spesso imprecisi e poco affidabili, il gruppo di ricercatori attraverso l’uso di biomarcatori ha “indagato” una vasta gamma di nutrienti nel sangue, notando come ad alti livelli di vitamine B, C, D ed E, così come di olii sani che si trovano nel pesce, corrispondessero effetti positivi tanto sulla rapidità mentale, quanto sulle dimensioni del cervello. Tutte sostanze che si possono reperire anche in frutta e verdura.
E gli anziani che, al momento del test, prediligevano magari i cosiddetti grassi “trans”, contenuti negli alimenti fritti, consumati nei fast food, o che comunque mangiavano in modo non sano? Hanno collezionato i peggiori risultati nei test cognitivi, con variazioni del 17% nei punteggi e differenze nel volume cerebrale del 37%.

Se l’America indaga, la ricerca italiana non sta certo con le mani in mano. Anzi, la conferma che una dieta con una bassa concentrazione di grassi mantenga intatte le attività cognitive, arriva da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Qui è stata identificata una molecola dalle capacità inaspettate. Si chiama Creb1 e si attiva con una dieta a basso contenuto calorico.
Nulla di eccezionale si direbbe, se non fosse che funziona da “direttore d’orchestra” accendendo o spegnendo altri geni che agiscono sulla longevità e sul buon funzionamento del cervello. Insomma, Creb1 è una specie di “pulsante” molecolare che regola importanti funzioni come memoria, apprendimento e controllo dell’ansia. Un interruttore sensibile a ciò che mangiamo e che ha un unico problema: diminuisce fisiologicamente con l’avanzare dell’età. Per questo è importante seguire una dieta moderata per consentire a questa molecola di fare il suo lavoro: attivare nel cervello i geni delle sirturine, le molecole della longevità.

mercoledì 1 febbraio 2012

Gli anziani

Gli anziani sono la miglior spremuta della vita,
con poche parole ma chiare
ti rendono forte. Sincero.

Gli anziani sono il nostro passato,
ma anche il nostro futuro,
perchè senza passato non potremmo
mai costruire un buon futuro.

Gli anziani sono come il sole che brilla,
con pochi raggi di luce ti trasmettono calore e felicità.

Gli anziani sono come stelle cadenti,
quando ti lasciano
ti fanno piangere,
ma allo stesso tempo sorridere.

questi sono gli aniziani.


Simone Lorusso

martedì 31 gennaio 2012

Facebook e le tecnologie:L'altra faccia della medaglia

Chat, email, Google, Facebook, Youtube, Skype, Sms, Mms, ormai è tutta modernità, ma con la Germania l’Italia ormai è il paese più anziano d’Europa con un ultrasessantenne ogni cinque persone, quasi 12 milioni di anziani come queste del centro sociale della Garbatella a Roma“, queste le parole che introducono l’interessante servizio di Enrico Lucci de Le Iene.
Una buona parte di anziani rimpiange la semplicità delle comunicazione di un tempo. Nell'intervista di Luzzi, molti anziani non sanno nemmeno dire parole come “mouse, email” o simili e si avvicinano timorosi e poco interessati ad argomenti del genere.
Io non lo tocco proprio il computer“, “Non me piace proprio stare lì davanti“, “Me dà fastidio di essere rintracciata in qualsiasi momento“, “Gli sms li so leggere perchè m’ha insegnato mì fija, ma a farli no“, “Preferisco fà na telefonata e bonanotte“, “Mì fijo me dice che ha mandato na maid, na melle, un messaggio insomma!: sono solo alcune delle dichiarazioni raccolte da Lucci nel corso della giornata trascorsa con i simpatici anziani romani, a testimonianza che c’è una parte della società che, seppur attempata, resta ancora troppo ferma rispetto all’evoluzione tecnologica e ancorata a dei tempi ormai passati.
La conclusione di uno dei pimpanti signori del circolo è molto significativa e offre uno spunto di riflessione profondo. Alla domanda sul come mai i giovani di oggi si conoscono solo su internet, arriva la pronta risposta: Forse non conoscono veramente com è la vita, non lo so. Io li vedo strani, abbattuti, azzerati, loro non lo sanno ma vivono male. Vivono male perchè c’hanno troppo e l’abbondanza porta la noia. Che famo oggi? Quando ieri invece potevi annà scalzo a mare senza ciabatte ed eri felice!“.

Il ballo per rimanere giovani

Come dichiara Emanuela Zerbinatti, laureata in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano e iscritta all’Ordine dei medici della stessa città, a puntare l'attenzione sugli effetti positivi della danza, in particolare nella terza età è stato un gruppo di ricercatori della Queen's University di Belfast.
La danza aiuta a tenere lontani gli acciacchi fisici della terza età e fornisce agli anziani uno svago con cui divertirsi e socializzare", sostiene Jonathan Skinner, responsabile della ricerca.Intervistando un ampio campione di soggetti anziani iscritti alle scuole di ballo, Skinner e il suo team di ricercatori hanno verificato che la danza di coppia aiuta gli anziani a prevenire l'incidenza di molte malattie e a mantenere integre le abilità mentali, fornendo loro un ottimo obiettivo per cui vivere, confrontarsi e migliorarsi. "Il ballo spinge gli anziani a stare insieme e ciò aumenta il loro senso di solidarietà, tolleranza e comprensione", afferma Skinner.