sabato 28 gennaio 2012

Nonni e nipoti

Sul giornale Magazine ho trovato un'interessante articolo di Luciana Quaia:"Sicuramente per l’anziano il bisogno di integrazione rispetto alle precedenti fasi della vita ha a che fare con la necessità di sentirsi parte di una continuità storica che contenga anche continuità di senso, mentre per il bambino stabilire un rapporto importante con il “grande” diventa fondamentale per sviluppare la fiducia e la capacità di prefigurarsi una meta.
Quale mezzo migliore quindi di una “buona relazione” tra generazioni che, data la distanza, possono sentirsi troppo lontani per reciprocamente affascinarsi
?
Vediamola dal punto di vista dello “stare con”. I nonni, diversamente dai figli lontani da casa per le occupazioni lavorative, possiedono un tempo maggiore per intrattenersi con i nipoti. Sgravati dal peso diretto della responsabilità educativa, essi possono limitarsi alla sorveglianza delle sue regole, proporsi come custodi e narratori della storia familiare, esprimere il piacere di condividere con i bambini libertà, fantasia e gioco (spesso con prove d'indulgenza inimmaginabili nei confronti dei figli).
Il bambino, dal canto suo, è estremamente sensibile alle suggestioni trasmesse dall’adulto e trova nella voce narrante un importante fattore di identificazione e interazione sociale: la descrizione di eventi, avvenimenti, riti, ritmi, tracce, epoche, luoghi, usi, abitudini, rapporti con la natura, può accendere in chi ascolta intense emozioni.
Anche nella dimensione ludica la compagnia del nonno consente di compiere un salto a ritroso alla scoperta di un mondo mai visto. Nonostante la disponibilità di giocattoli ultra-sofisticati e tecnologicamente avanzati, lo stupore e la gioia di disporre di balocchi costruiti con materiali poveri sembrano dimostrare quanto poco basti per scatenare il processo creativo nel bambino".

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